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Come fare per mettersi in proprio

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mettersi in proprio

Perché sei ancora un dipendente? Come fare per mettersi in proprio. Parliamo di questo e altro all’interno di questo articolo, cercando di individuare cosa rappresentano le figure del capo e del dipendente.

Sono stato un dipendente per molti anni. Ho fatto l’idraulico, il meccanico, il giardiniere, l’imbianchino, il muratore e il saldatore ed in tutte queste esperienze ero dipendente da un capo.

Perciò, so benissimo cosa vuol dire, incluse le dinamiche che girano nell’ambiente di lavoro, le lamentele giornaliere contro il proprio capo o il caporeparto, verso lo stipendio che è sempre troppo poco, fino a sofciare in una vera e propria personalità, che è la stessa dell’impiegato (im-piegato).

Chi è il dipendente?

come mettersi in proprioDallo stato di coscienza del dipendente, la vita decide ogni sorta di cosa nella propria vita, per questo motivo ci si lamenta, proprio perché la vita è cattiva con noi.

Si tratta di un semplice capriccio, poco differente da un bambino di 2 anni che urla per riavere il ciuccio.

Il dipendente vede chiaramente quanto il proprio capo, il direttore o i colleghi dovrebbero cambiare e per questo li giudica difendendosi con mille scuse quando sarebbe il primo a dover cambiare.

Chi è il capo?

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Dallo stato di coscienza del capo, invece, sarebbero i dipendenti a dover cambiare. Le lamentele del capo sfociano nella mancanza di rispetto verso i propri dipendenti, che sono visti come veri e propri numeri. Il capo si sente superiore e più intelligente, ma sa di non essere libero, poiché la sua figura non esisterebbe senza quella del dipendente.

Capo e dipendente sono la stessa cosa

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Entrambi non sono liberi, perché faccie della stessa medaglia.
Come potrebbe infatti una faccia essere indipendente dall’altra?

Allo stesso modo il capo non esisterebbe senza un dipendente e viceversa.

L’intuizione dovrebbe avvenire in questo momento, se si coglie che queste due figure rappresentano la stessa cosa, vista da due punti opposti, entrambi illusori e falsi come un rolex cinese.

Compreso questo, solo uno stolto non capirebbe che sia per una che per l’altra parte è inutile disprezzare l’altro, poiché sarebbe come se un ciccione mi spiegasse quanto fa male il fast food.

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Non identificarti con il tuo ruolo!

Il male di fondo si chiama dipendenza e identificazione nel proprio ruolo.

Ognuno di noi sarà chiamato nella propria vita a ad avere un ruolo. In famiglia, nel lavoro, con gli amici, i parenti ecc… Ho detto avere, non essere.

Cosi, se oggi il tuo ruolo è quello del dipendente, ma tu non vuoi sentirti dipendente, ti basterà smettere di agire da dipendente. Questo vuol dire smettere di lamentarti del tuo capo, del tuo lavoro, della pausa che è corta, della divisa aziendale e via dicendo.

Questo provoca in te un risparmio di energie che altrimenti sarebbero state impiegate a farti affondare ancora di più nel tuo ruolo.

Se cominci un lavoro del genere, sarà inevitabile uno spostamento del tuo centro di gravità interiore verso uno stato di coscienza meno dipendente e più indipendente.

Come cambiare lavoro o mettersi in proprio

come mettersi in proprioQuesto porta delle conseguenze: i colleghi che prima prendevano il caffè con te, improvvisamente smettono perché non ti riconoscono più.

Qui bisogna fare attenzione, perché se dentro di te sta maturando un livello di coscienza diverso, dovrai essere pronto magari a cambiare lavoro o a metterti in proprio, perché non risuonerai più con l’ambiente in cui ti trovi adesso.

Vale anche il discorso inverso. Se sei costretto per diverse ragioni ad essere in un lavoro che oggi ti sta stretto, ma lo devi fare, devi imparare a controllare ciò che emani, se vuoi tenerti il lavoro.

Un capo difatti non accetta dipendenti liberi. Chi ne ha mai sentito parlare?

Lavora su di té e trascendi il tuo ruolo

Concludendo, capirai che se smetti di lamentarti e di giudicare, l’unica cosa che ti rimane da fare è lavorare su di té.

Se lavorerai su di té, tuttavia, le tue responsabilità non faranno altro che crescere, perciò:

– Puoi scegliere di rimanere li dove sei, continuando a dare la colpa al mondo per la tua situazione lavorativa,
– Oppure potrai prenderti la responsabilità di qualunque cosa succede e cosi, diventare il padrone della tua vita.

A te la scelta.

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