L’altro giorno cercavo qualcosa che mi aiutasse a descrivere ciò che da settimane stavo provando. Cercavo le parole giuste per trasmettere l’unica vera differenza che noto negli esseri umani. L’unica vera cosa che distingue una persona dall’altra e che mi da quel senso vero e sentito di crescita, di miglioramento, di intensità di vita.
Ad un tratto mi è venuta una distinzione: grossolanità e raffinatezza.
Così ho pensato di scrivere questo articolo per poter offrire anche a voi questa prospettiva sulla vita e vedere cosa ne pensate. Poi se volete mi dite la vostra nei commenti.
Grossolanità e raffinatezza per me esprimono perfettamente due distinti stati dell’essere, due diversi stili di vita.
La grossolanità dell’essere umano
Uno, la grossolanità, rappresenta, diciamo, l’animale che è l’uomo, i suoi impulsi naturali, gli stati bassi dell’essere.
La grossolanità vuol dire, in mia visione, emozioni basse come la rabbia, il giudizio reattivo, la depressione, l’ansia, la ferocia, l’odio, il risentimento, l’avarizia, la gelosia, l’invidia, la vendetta, ecc..
Allo stesso tempo sento la grossolanità nelle lamentele, nelle chiacchiere da bar, nelle conclusioni affrettate e nelle credenze popolari, ma anche nei modelli pensiero di massa, nei modi di vedere superficiali e nelle correnti di pensiero che vivono nelle tribù, nei clan, nei quartieri malfamati.
Qui si mangia e si beve senza cognizione. Si assume tutto ciò che può acquietare l’animalità, tenendola a bada. Non ci si trattiene. Si è animali nel sesso e nella propria espressione giornaliera con gli altri esseri umani.
Immagino una pietra pesante all’interno delle persone grossolane.
Una pietra che rappresenta l’ignoranza e la mancata esperienza che deriverebbe da una sana educazione, dalla cultura. Questa pietra è pesante e produce una sofferenza costante in chi l’ha in se. Una costante presenza di emozioni e pensieri negativi. Uno stile di vita abitudinario e inconsapevolmente vittimistico.
Ovviamente parlo per estremi, così da aiutarmi a trasmettere una idea composta di ciò che sto cercando di dire.
La raffinatezza nell’essere umano
Dall’altro estremo c’è la raffinatezza, forse impossibile da raggiungere totalmente. Forse Dio, l’universo, la natura solo la possiede, ma cercherò comunque di metterne giù una idea.
La raffinatezza rappresenta lo spirito, la grazia dell’essere umano e la sua anima realizzata. Si potrebbe dire che la raffinatezza è quello stato dell’essere dove proviamo emozioni superiori come la compassione, la pace, la gratitudine, l’altruismo, la condivisione, il coraggio, la serenità, la gioia, la meraviglia, la fede, l’amore. Vale a dire tutti gli stati alti dell’essere umano.
Raffinando se stessi si passa dalle chiacchiere da bar, alle discussioni o ai dibattiti riguardanti la vita, la filosofia, la psiche. Si ascolta musica classica o jazz e si parla d’arte e di cultura. Si mangia di meno ma meglio.
Raffinando sempre più la propria esistenza, si vive più vicini a Dio, in un certo senso. Ne si sente la presenza più rimarcata e si contempla molto più intensamente il creato.
Ci si fanno domande alte come: da dove veniamo, perché sono in vita, qual è il mio scopo sulla terra e si spende molto più tempo a gustare un buon tramonto sulla spiaggia o il sapore di un morso di mela. Si passa dal sesso all’amore, capaci di contenere i propri impulsi animali e fondendosi col partner a livello spirituale.
Immagino un vuoto con una polvere sempre più rarefatta all’interno dell’uomo raffinato. Un vuoto che rappresenta l’espansione della conoscenza e l’esperienza che produce consapevolezza. Il vuoto e l’espansione produce leggerezza e grazia divina. L’essere umano in questa condizione produce pensieri ed emozioni positivi. Uno stile di vita connesso ai ritmi dell’esistenza e sempre più consapevole.
Come passare dalla grossolanità?
Immagino la pietra nell’uomo rozzo e animale, che grazie ad un lavoro su di Sé costante e condiviso, con gli anni si possa raffinare fino a diventare ghiaia, poi sabbia, poi polvere, fino a diventare così minuscola da essere invisibile.
Penso all’uomo che lavora su di Sé ed a ciò che può provocare in se stesso. Una costante pratica che attraverso la conoscenza e l’esperienza generi la disgregazione della pietra che genera la sofferenza, espandendo la propria percezione tanto quanto si espande la materia della pietra nello spazio, fino a rendere la percezione stessa così rarefatta da poter contemplare il tutto.
Penso a quanto, questa rappresentazione immaginaria sia di per Sé molto simile a ciò che succede all’interno di tutti noi.
Ognuno ha una pietra pesante al suo interno. Scende su questo pianeta e si incarna in un corpo fatto di materia fisica, emozioni pesanti e pensieri meccanici. Veniamo qui, in mia visione, per passare attraverso la materia e disgregarla al nostro interno, per far spazio ad una percezione completa del creato.
Raffinare la propria vita vuol dire avere il coraggio di vivere in Sé le emozioni basse, gli impulsi, i pensieri negativi e tutto ciò che alberga all’interno di se stessi.
Raffinare comincia con l’osservare
Se non vedi ciò che sei, come puoi raffinarlo?
Con l’osservazione ed il lavoro su di Sé pratico, costante e giornaliero si può giorno per giorno disgregare la propria natura animale, espandendo le proprie percezioni ed intensificando la propria esperienza sul pianeta Terra.
Si coglie di più nelle stesse cose di prima. Si sente la vita più intensamente diventando capaci di fare esperienza del creato a livelli di sempre più alti.
E’ un percorso. Ci vuole conoscenza prima e poi l’applicazione di questa conoscenza su se stessi, così da trasformarla in esperienza diretta, incarnando tutto ciò di cui ho parlato qui.
Mi auguro vivamente che tu voglia provarlo nella tua vita.
La raffinatezza è un misto di discrezione, di civiltà, d’amabilità e di prudenza, accompagnata da un atteggiamento socievole diffuso su tutto quanto si dice e si fa. Ma poiché, per conseguire la raffinatezza, sono assolutamente necessarie tante cose, non c’è da meravigliarsi che essa sia tanto rara.
(Damien Mitton)
