In questo articolo parlo di come trovare la propria strada nella vita e quali sono le strategie migliori usate dalle forze militari per vincere la vita.
Siamo oggi a conoscenza delle migliori strategie applicate dall’uomo nei campi più competitivi e grazie alla storia di centinaia di anni possiamo esaminarle per scoprire come applicarle per trovare la propria strada nella vita.
Immagina di essere il generale, colui che dirige, colui che sta a capo della battaglia. Il tuo campo di battaglia è il tuo interno e per trovare la tua strada, vincere le tue paure ed insicurezze hai bisogno delle migliori strategie.
In una battaglia, la preparazione è la parte più importante. L’analisi del problema, le domande, l’investigazione delle cause, la pianificazione ed infine l’azione.
La maggior parte di noi non si chiede quale sia la migliore strategia da applicare.
Ma prima di vedere le migliori strategie dobbiamo capire per quale motivo siamo il generale in battaglia.
Ma di quale battaglia stiamo parlando?
Parliamo della battaglia più importante della nostra vita. In realtà non si tratta di una battaglia vera e propria ma bensì di una battaglia di pura strategia, una battaglia a tavolino, senza vincitori ne vinti.
Il generale è colui che sta a capo della propria vita, è colui che dirige l’energia dentro di noi, è colui che ascolta e agisce nonostante le proprie paure, le proprie insicurezze. Il generale è l’osservatore. Il generale osserva, analizza e prepara la strategia da applicare per superare i propri limiti, per superare la meccanicità e scoprire la vera essenza di se stesso.
Se vogliamo apportare delle modifiche alla nostra macchina biologica, è necessario abituarsi alla pratica dell’autosservazione ogni giorno. Ogni giorno deve essere dedicato alla conoscenza di noi stessi, alla pianificazione delle proprie battaglie ed al superamento dei limiti imposti dal nostro ego, che, come sappiamo, ci vuole a mala pena, far sopravvivere.
Se rimani fermo non fai altro che ripetere le stesse strategie applicate da milioni di persone, le stesse strategie che ti portano a vivere una vita di delusioni, di limitazioni ed infine di rimorsi.
Come trovare la propria strada?
- Non avere maestria in niente nella vita, non avere nessuna professione “in mano”
- Mangiare cibo scarso e conveniente, mangiare “junk food”
- Non consultare dottori
- Concentrarsi sui soldi invece che sulle proprie passioni.
- Voler ottenere risultati “al di fuori” piuttosto che “all’interno” Avere, più che essere.
- Stare con la propria ragazza o ragazzo che sappiamo non essere giusti per noi
- Non continuare a studiare dopo la scuola
- Pensare di poter ottenere qualcosa senza prima dare qualcosa.
- Lavorare da dipendente, 40 ore alla settimana sperando di raggiungere la felicità in una corporation.
- Risparmiare nella propria educazione, non comprare libri o non partecipare a seminari perchè “troppo costosi”
- Vivere in un posto che ti è stretto
- Uscire con gente che non ti piace
- Non pensare alla propria crescita personale e spirituale
Queste sono quelle più comuni, quelle per le quali molti di noi hanno perso anni della loro vita. Non sono tutte, ma sono tra le più viste e riviste strategie della schiavitù moderna.
Perchè tutte queste strategie non funzionano?
Per essere strateghi in questa vita bisogna saper pianificare le proprie battaglie e ragionare sempre in termini di risultati a lungo termine.
Quando cerchiamo di raggiungere i nostri obiettivi nel breve termine, cadiamo nelle comuni trappole del genere umano, cadiamo nel marketing più ovvio e povero.
Quando vogliamo che i risultati si materializzino subito, stiamo ragionando come se, da generale delle truppe, attacchiamo appena abbiamo le munizioni, senza nessun tipo di analisi e pianificazione.
Per poter avere dei risultati seri in questa vita dobbiamo saper analizzare e pianificare sia a larga scala che in piccola scala.
Cosa significa pianificare in larga e piccola scala?
Il generale sa qual’è il risultato finale che vuol ottenere, la vittoria, nel caso più specifico potrebbe volere invadere il territorio nemico fino ad un determinato confine. Questo è il suo obiettivo a larga scala.
Allo stesso modo, il generale sa che ogni giorno dovrà prendere le decisioni necessarie a muovere il plotone tra le linee nemiche o a soccorrere un commando fatto prigioniero, quindi rimane concentrato nella pianificazione giornaliera e nell’azione mirata. Questo è l’obiettivo in piccola scala.
Lo stesso vale per il generale che sta dentro di noi, l’osservatore.
L’osservatore sa qual’è l’obiettivo finale, la realizzazione di sè, ma rivolge tutti i giorni la propria attenzione alle proprie paure, insicurezze, debolezze e le trasforma con il lavoro interiore per cui è stato creato.
Ma noi crediamo di sapere già…
Reagiamo alla vita senza informazioni. Veniamo assorbiti e rapiti passivamente dalle nostre emozioni senza sapere come agire.
Immagina se fosse cosi per il generale.
Come potrebbe vincere il generale senza sapere chi, come e dove attaccare. Come può un generale vincere una battaglia contro qualcuno che non conosce, in un campo di battaglia che non ha mai esplorato e senza nessun tipo di strategia su come attaccarlo. Perderebbe sicuramente.
Come possiamo pensare di realizzare noi stessi senza conoscenza. Come possiamo pensare di diventare ricchi e fare soldi senza aver mai studiato come si crea un business.
Come possiamo anche solo pensare per un secondo di meritarci qualunque cosa senza averne prima acquisito la conoscenza. Senza possedere la maestria, senza aver praticato per ore ed ore, senza la giusta esperienza.
Cosi, ad ugual modo ci confrontiamo con le nostre emozioni ed i nostri pensieri. La nostra consapevolezza deriva direttamente dalla conoscenza che abbiamo di noi stessi, di come funzioniamo, come reagiamo e quali sono i meccanismi che governano la nostra macchina biologica.
Un generale non può non conoscere il proprio plotone. La conoscenza dei propri uomini è di vitale importanza per il generale cosi’ da sapere come e dove impiegarli e quali battaglie sono pronti ad affrontare.
Pensa se non ne fosse a conoscenza. Un generale che reagisce passivamente agli avvenimenti in battaglia non è un generale.
Un generale che non è pro attivo, non può definirsi generale poiché non saprebbe contenere le sue emozioni, ne controllare le sue parole e pensieri. Sarebbe presto sostituito o perderebbe la guerra in un batter d’occhio perchè un generale che non ha il controllo di se stesso, non ha controllo dei suoi uomini che finiscono per non combattere più.
Ma per quali battaglie battersi?
Ecco dove l’uomo sbaglia per la maggior parte delle volte. Scegliamo le battaglie sbagliate, solitamente quelle che ci cadono adddosso.
Non decidiamo consciamente per quali battaglie siamo pronti. Molto spesso nella vita ci battiamo per dei miseri risultati. Come se impiegassimo migliaia di uomini per conquistare un territorio inutilizzabile, desertico.
Spendiamo la nostra vita a lavorare duro per un pugno di soldi. Ci battiamo in litigi che non risolvono nulla e spendiamo le nostre energie inconsciamente, senza mantenere traccia del nostro percorso. Reagiamo con tutte le nostre forze, a volte fingiamo anche di esserne appassionati, rapiti dalle nostre piccole battaglie inutili. A volte per aver ragione spendiamo settimane. Altre volte per la pensione spendiamo una vita intera.
Siamo preda delle trappole della paura.
Non avendo la conoscenza e consapevolezza di noi stessi, siamo facili prede delle nostre paure, dei nostri limiti e come noi lo sono tantissime altre persone. Le paure lo sanno e cosi liberano nel mondo una serie di trappole pronte per ognuno di noi. Una serie di stratagemmi che catturano la nostra attenzione, fingono di darci una mano, ma finiscono per risucchiarci nel loro piccolo mondo di paure e insicurezze. Dalla televisione alla pubblicità, dall’educazione alla religione fino alla politica e alla morale comune.
Esistono tantissime trappole, veri e propri campi della mente che vengono coltivati con i semi dell’insicurezza, della dipendenza, dell’idolatria e del soffocamento del proprio sè.
Un vero generale esce dall’accampamento qualche giorno prima della battaglia. Si assicura che il campo sia libero da ostacoli e che il nemico non si sia nascosto dietro a cumuli d’erba. Scandaglia ad ogni passo il territorio e si chiede dove si possano essere nascosti i nemici e da quale punto potrebbero eventualmente attaccare. Ha spirito critico e si assicura più volte che non ci siano cecchini ad aspettarlo dietro l’angolo.
Non si fida del suo primo giudizio o del primo messaggero. Ricerca lui stesso le prove della presenza del nemico cosi da prepararsi all’attacco.
Cosi l’osservatore deve essere sempre allerta, lui mette il dubbio in ogni cosa gli viene proposta e non agisce di fretta per rientrare nello schema seguito da tutti. Lo spirito critico lo salva e lascia il campo libero alla semina del coraggio e del fuoco interiore.
Il tempo necessario alla pianificazione della strategia.
Adesso immagina che il generale spenda tutto il suo tempo all’azione, al comando dei propri uomini sul campo, senza nessuna pianificazione, senza nessuna analisi della situazione. Senza sapere quali e quanti uomini gli sono rimasti e quante munizioni può ancora sparare.
Un generale del genere sarebbe morto nel giro di pochi giorni. Le sue truppe sarebbero fatte prigioniere e lui perderebbe la testa per l’affronto alla propria nazione o compagnia.
Allo stesso modo noi affrontiamo la nostra vita. Non spendiamo il tempo necessario a pianificare le nostre battaglie. Non sappiamo dove siamo, qual’è la nostra situazione e non spendiamo del tempo per rendere chiaro nella nostra mente quali siano le cose importanti e quelle tralasciabili.
Tutto ciò rende la nostra vita confusa e senza un senso. Se non abbiamo una strategia non sappiamo qual’è la nostra strada, quindi cosa fare e chi vogliamo diventare.
Prendere tempo per analizzare da il potere al generale di pianificare le proprie battaglie nel migliore dei modi ed avere più chance di vincere la guerra.
Allora, per quali battaglie è meglio battersi per prime?
Un’altro sbaglio che l’uomo commette è quello di battersi nelle battaglie semplici, quelle superficiali.
La facilità di queste battaglie inganna la maggior parte della gente. Vincendo le piccole e superficiali battaglie ci crediamo forti e pensiamo di aver guadagnato la felicità, quando invece sappiamo dentro di noi, di esserci appena battuti per il nulla.
La radice del problema è ancora li. Non abbiamo avuto ancora il coraggio di lavorare sulla radice, la vera causa del nostro problema.
Un generale non può permettersi di addobbare il campo con fiorellini e strade pulite. Non ha tempo di pensare a lucidare i fucili e a mandare lettere di tregua al nemico.
Il generale deve pianificare l’attacco prima che sia troppo tardi e lo deve fare con il coraggio di chi vuole avere VERI risultati.
Per finire voglio lasciarti con un video dove ti spiego le 7 fasi di una strategia ben pianificata che porta ai risultati che vuoi! Guardalo e condividi l’articolo se ti è piaciuto.
Grazie
Video: Come trovare la propria strada – le 7 fasi della strategia –
foto tratte da google immagini